La monaca di Monza di Mario Mazzucchelli


Lo studio, pubblicato da Dall’Oglio nel 1963, è opera, a mio modo di vedere, di notevole interesse. Un sunto, documentato, ragionato e ben esposto della causa che infiammò Milano agli inizi del XVII secolo.

La storia di suor Virginia Maria, divenuta immortale grazie alla Gertrude di manzoniana memoria, è terribile. Emergono, tra le pagine del processo, una serie interminabile di crimini: stupri, raggiri e omicidi commessi nell’assoluta certezza dell’impunibilità sia per la collocazione sociale dei protagonisti della vicenda e sia per la pericolosità dell’Egidio (al secolo Gian Paolo Osio).

L’intenzione ora è di rileggere lo scritto manzoniano, ma dai ricordi, non mi pare che il Lisander, sia riuscito a trasmettere l’esatta idea di quanto accadde nel monastero di Santa Margherita di Monza. Scrisse, pur nella drammaticità degli eventi, una versione quasi edulcorata.

Unica pecca, rimangono le considerazioni di carattere psicologico e la ricostruzione della personalità della monaca che risente inevitabilmente dell’età del libro.

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