Non solo Gertrude…


Nel corso del XVI secolo, gli scandali legati ai monasteri femminili paiono essere pratica diffusa. Questo episodio lo traggo da “Alessandro, il Magno dei conti Crivelli di Dorno e di Lomello” di Gemma Torriani e di chi scrive, edito nel 2020 da Gemini Grafica Editrice.

Oltremodo “vivace” fu la vita nei monasteri, soprattutto in quelli femminili. Essi furono soggetti ad alcuni scandali, il primo dei quali, quello occorso nel 1463, è universalmente noto in Lomello.

Ce lo narra così Mario Zucchi: «Un fatto doloroso e degno di nota per la persona, per le circostanze e per i tempi, avveniva nel 1463, nel monastero di Santa Maria in Galilea a Lomello. Un giorno, fra lo sgomento e il raccapriccio delle povere monache, rinvenivasi cadavere entro la peschiera del monastero la madre abbadessa. Difficile è stabilire se fosse disgrazia, o delitto, o suicidio, come opinerebbe il Motta, contrariamente alla testimonianza di alcuni documenti contemporanei; il certo si è che un “frate Nigro”, fu fatto arrestare dal podestà di Lomello, che con gran lusso di particolari licenziosi, scrivevane immediatamente al duca di Milano, Francesco Sforza. Questi a sua volta, l’11 settembre 1463, comunicava la nuova al vescovo Corrado di Terracina, vicario del cardinale Piccolomini di Pavia, invocando l’intervento dell’autorità ecclesiastica affinchè disponesse, sotto buona scorta di gendarmi, il trasporto del reo dalle carceri di Lomello, e provvedesse a farne giustizia».

«R.mo IN CHRISTO PATRI DOMINO CONRADO EPISCOPO TERRACINENSIS [Corrado Marcellini, vescovo di Terracina] R.mi D. CARDINALIS PAPIE [Giacomo Ammannati Piccolomini] L. T. (locumtenentis). Siamo auisati per lettere del potestà nostro de Lomello, lui hauere nouamente destenuto uno chiamato fra Nigro trouato in el lecto de una abbadessa, in uno monastero de quella terra de Lomello, et die sequenti hauerla trouata quella Abbadessa negata in una pischera dentro dal monastero. Et perchè questo è uno caso, quale non ne pare da negligere, a noi pareria che la R.tia vostra mandasse a tore quello frate Nigro cum bona compagnia et tennerlo sotto bona guardia et fare sopra de questo quella prouisione vi parirà opportuna. Et sel ditto potestà per hauere destenuto il ditto frate fosse caduto in excomunicatione alcuna lo vogliate absoluere. Dat. Mediolani xj semptembris Mcccclxiij [Milano, 11 settembre 1463]».

«Che cosa sia avvenuto di costui e se egli fosse realmente colpevole della tresca imputatagli, non mi venne fatto di sapere. Il duca terminava la sua lettera pregando di assolvere il podestà da ogni censura ecclesiastica qualora vi fosse incorso per l’arresto di quel religioso, e in un post scriptum raccomandava che a nuova abbadessa del monastero si eleggesse “madonna Elena di Sannazzaro”». Così conclude Zucchi Mario in Lomello (476-1796) con un cenno sul periodo delle origini, 1904.

Per l’apparato di note storiche e di riferimenti bibliografici rimando alle opere sopra citate.

Lascia un commento