Scritto impietoso intorno alla vita popolare di Napoli a cavallo tra ‘800 e ‘900. Ricco di immagini, colori, profumi, tanfi, povertà, ricchezza, ipocrisia, luci e ombre. L’ho preferito nella prima parte, meno nella seconda a mio parere meno vissuta e più rassegnata.
Voto: 8/10
Incipit
Efficace la frase. Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli.
Ite missa est
Preghiamo che ella continui!
Plus
Un libro dal forte impatto immaginativo.
Minus
Nessuno.
Quale lettore
Il lettore che vuole capire come i problemi dell’Italia nascano da molto lontano.
Descrizione
“Il ventre di Napoli” discende in linea diretta dall’immersione di Hugo nel brulichio dei “Miserabili”, dai labirinti indagati da Sue nei “Misteri di Parigi”, dall’esasperato realismo del “Ventre di Parigi” di Zola, ma nello stesso tempo proviene dalla più bruciante delle realtà, dall’acquaforte goyesca di Napoli che nessuno prima della Serao aveva forse guardato con tanta intensità, di cui nessuno era riuscito a restituire la stracciona grandezza. Qui l’inchiesta giornalistica, effettuata all’indomani del colera del 1884, diventa un’esplorazione antropologica in “terrae incognitae” che getta sinistri fasci di luce sullo stato di miseria e di abbandono in cui ristagnano i quartieri della città destinati allo sventramento urbanistico.
Scheda del libro
Titolo: Il ventre di Napoli.
Autore: Serao, MAtilde
Editore: Avagliano editore
Data di Pubblicazione: 2002
Pagine: 186
Collegamenti utili per capire meglio il libro (alcuni autori presenti nel libro)
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