Letture (se mai arrivasse) per la grande neve


Scaldino, copertina, una bella finestra dove rimirar (se mai accadesse) la neve scendere e buone letture. Bloccati in casa, potremmo anche osare letture di una certa densità.

Ecco i consigli de IL QUADERNO

CESARE ABBA – SULLE RIVA DELLA BORMIDA NEL 1794

Austrici e francesi si affrontano a pochi chilometri dalla Val Bormida. Giuliano di idee rivoluzionarie e giacobine vorrebbe sposare Bianca, ma il padre l’ha già promessa in sposa ad un barone austriaco presente in valle per dar man forte ai piemontesi. Le simpatie repubblicane del ragazzo lo rendono avverso al clero locale, fatta eccezione per un sacerdote che lo aiuta, che convincono Bianca al matrimonio organizzato dal padre. La guerra si avvicina al loro paese e…

DINO BUZZATI – BARNABO DELLE MONTAGNE

Bàrnabo è un giovane guardiaboschi che vive con i suoi compagni in una casa tra le montagne: tra i loro compiti vi è quello di sorvegliare “la Polveriera”, un deposito di munizioni ed esplosivi. Un giorno Del Colle, il capo dei guardiani, viene ucciso da alcuni briganti. Qualche tempo dopo Bàrnabo, di ritorno da un’escursione con il compagno Bertòn, si accorge che i briganti stanno nuovamente attaccando: spaventato, non interviene ad aiutare i suoi compagni e si nasconde. Una volta terminato l’assalto, in cui Bertòn rimane ferito ad una gamba, Bàrnabo ritorna dai guardiaboschi. Non riuscendo a giustificare la propria assenza, il giovane viene licenziato e scacciato. Amareggiato, si reca dal cugino in campagna e lavora come contadino. Ma l’ex-guardiaboschi ha nostalgia delle montagne…

ACHILLE GIUSEPPE CAGNA – ALPINISTI CIABATTONI

Un’opera divertente di uno scrittore da tempo sepolto nell’oblio delle biblioteche. Per le esilaranti disavventure ‘turistiche’ dei due protagonisti, che sembrano anticipare i guai dei vacanzieri di massa attuali, il romanzo ricostruisce con amabile ironia e sorprendente inventiva stilistica, un universo piccolo borghese oggi in via di estinzione.

GABRIEL CHEVALLIER – PECCATORI DI PROVINCIA

1922 e 1923. Il romanzo narra delle vicissitudini del paese di Clochemerle nel Boggiolè. Il sindaco Piechut, di sinistra, decide di far costruire un vespasiano, simbolo di progresso e civiltà, di fronte alla chiesa trovando l’opposizione dei benpensanti. Il quieto vivere del borgo è sconvolto. In un crescendo di pettegolezzi, corna e furfanterie politiche si consuma il dramma.

FRANCESCA DURANTI – LA CASA SUL LAGO DELLA LUNA

Fabrizio Garrone è un personaggio demodè, malinconico e sognatore, incapace di vivere il suo tempo. E’ un germanista, è colto, legge molto. In una raccolta di elzeviri trova la recensione di un libro stampato nel 1914 in cento esemplari fuori commercio: “Das Haus am Mondsee”, appunto “La casa sul lago della luna”. Da quel momento il suo destino è segnato: la sua vita imboccherà una strada senza ritorno.

CLAUDIO FAIT – IL VENDITORE DI RELIQUIE

Anno 1736, in un campo non lontano da un minuscolo borgo istriano un contadino dissotterra un osso di straordinarie dimensioni che, per queste caratteristiche e per altri inspiegabili fenomeni, è giudicato miracoloso, e perciò catalogato da una commissione patriarcale come “vero femore” di San Cristoforo, il gigante tradizionalmente raffigurato mentre guada un fiume col bambino Gesù sulla spalla. Le speranze degli abitanti del borgo di ricavare dalla scoperta sostanziosi benefici grazie all’immancabile afflusso di pellegrini e penitenti, vengono frustrate dalla decisione del vescovo di espropriarli dell’osso a favore di una chiesa locale e del suo astuto prevosto. Il sopruso, esacerbato dagli eventi miracolosi che in effetti, di lì a poco, paiono propiziati dalla reliquia, inducono i delusi, prima, a tentare di rapirla, poi, appagati dall’imprevisto rinvenimento nel medesimo luogo di un vero e proprio ossario, a organizzare un simoniaco commercio dei reperti anatomici del santo. Potrebbe sembrare che tutto proceda per il meglio: le vendite hanno successo, i miracoli sembrano accadere, le chiese s’arricchiscono, i contadini pure. Sennonché un insieme di circostanze, a cui danno un contributo le furbesche sceneggiate di un pope ortodosso e i crescenti dubbi di uno scienziato svedese, corrodono certezze acquisite, mettono in luce imbrogli e malefatte, ma, al tempo stesso, preludono a una scoperta sensazionale.

GIOVANNINO GUARESCHI – IL MARITO IN COLLEGIO

La giovane e avvenente Carlotta Wonder, della famiglia dei nobilissimi Madellis-Food-Foulard-Wonder, si trova dinanzi a un difficile problema: deve sposarsi nel giro di quarantotto ore, e con un uomo gradito allo zio Casimiro Wonder, altrimenti lo stesso zio Casimiro getterà tutta la nobilissima famiglia sul lastrico, lasciando la sua fortuna agli orfanelli. Posta di fronte a una così dura alternativa, la povera fanciulla ha ben chiaro il suo dovere: si sacrificherà per il bene della famiglia. Si dà da fare, ma il tempo è poco, e il difficile zio respinge tutti i suoi pretendenti. Alla fine Carlotta sarà costretta a sottoporre all’approvazione di zio Casimiro un giovane e aitante artigiano…

GIUSEPPE MAROTTA – L’ORO DI NAPOLI

“Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno”. Nulla meglio delle parole dell’autore stesso può spiegare il contenuto, il significato di questo libro, uno dei più famosi del dopoguerra (sarà così, ma  è pochissimo ristampato ndr).  E’ una dichiarazione d’amore per Napoli, città splendida e misera, amorosa e spietata, e per i suoi abitanti, disperati, miserabili, fantasiosi, magnifici, capaci di inventarsi la vita giorno per giorno, carichi di una umanità che la durezza del vivere non può distruggere. In questi racconti Napoli è descritta com’era senza stereotipi o stupido folklore, senza pietismo o retorica, ma con commossa, asciutta, a volte divertita partecipazione.

AXEL MUNTHE – LA STORIA DI SAN MICHELE

In una Capri dove l’incanto luminoso della natura prende risalto dalla penombra segreta della storia e del mito, Axel Munthe, medico di fama internazionale, trova il proprio luogo di elezione, la terra dove costruire San Michele, la splendida casa in cui potrà essere pienamente se stesso. La storia di San Michele, scritta su consiglio di Henry James in un momento doloroso per l’autore ormai anziano e malato agli occhi, racconta l’impegnativa e gioiosa realizzazione di un sogno. Munthe parla di sé e dei suoi tempi, rievoca un’Europa cancellata dalla guerra, testimonia il drammatico nascere di un nuovo mondo, e coglie con straordinaria semplicità il legame che intreccia ogni esistenza alle altre in un fluire di vita tra uomini, animali e luoghi. Nel suo rifugio può consapevolmente ripercorrere i propri ricordi e attingere a quella fonte della saggezza che sgorga “nel nostro proprio suolo, tra i profondi abissi dei nostri solitari pensieri e sogni”.

MARIA ORSINI NATALE – IL TERRAZZO DELLA VILLA ROSA

Un terrazzo vesuviano rallegrato dal sole e dall’odore dei limoni, con il vulcano che si erge splendido e minaccioso alle sue spalle, è il palcoscenico su cui una colorita folla di personaggi vive le sue storie d’amore e di amicizia. In questo scenario fiorisce l’idillio prima radioso e poi tragico di Nicola e Ghisella, al quale s’intrecciano i fili di altre vicende ora grottesche ed ora drammatiche, come quella del giovane Vittorino sorpreso a letto con la cognata, o la lite tra il guappo e il barbiere Giosuè, la delusione dell’antifascista Michele all’arrivo degli anglo-americani, il tradimento della bellissima Rosa costretta dai vicini a rinsavire…

MICHAIL SCIOLOCHOV – IL PLACIDO DON

Grigorij Melechov, cosacco del Don e ufficiale dell’esercito zarista, dapprima dalla parte dei bianchi e poi sempre più vicino ai rossi, nell’evolversi e precipitare della rivoluzione, è solo uno dei tanti personaggi che gremiscono il denso, corposo affresco. Il personaggio prinicpale è la terra, una contrada pittoresca, appassionata e violenta. Per lingua, cordialità, umanità, plasticità è un’opera totalmente russa, nazionale, popolare.

REMIGIO ZANA – LA BOCCA DEL LUPO

“La bocca del lupo” è il capolavoro di Remigio Zena, pseudonimo del nobile torinese Gaspare Invrea, genovese d’adozione, che in questo libro cantò la città ligure descrivendola in tutti i suoi aspetti. Incentrata intorno alla figura di Bricicca, che si arrangia a vivere gestendo un lotto clandestino e una rivendita di frutta e verdura, e delle sue figlie, la storia supera i confini veristi.

 

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